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Per Aspera Ad Veritatem n.18
Tribunale di Parigi

Sentenza in data 20 novembre 2000, nei confronti di Yahoo.Inc. e Yahoo.fr in materia di accesso degli utenti francesi alle vendite d'asta on-line di materiale nazista e di accesso ad ogni altro sito o servizio che costituisca apologia del nazismo ovvero una contestazione dei crimini nazisti





Noi, Presidente,

Vista la nostra ordinanza del 22 maggio 2000 alla quale è bene ricondursi espressamente ed ai termini della quale abbiamo ordinato:
1) a Yahoo Inc.: di prendere ogni misura atta a dissuadere e a rendere impossibile ogni consultazione su yahoo.com del servizio di vendita all'asta di oggetti nazisti e di qualsiasi altro sito o servizio che costituisca apologia di nazismo ovvero contestazione dei crimini nazisti;
2) a Yahoo France: di avvertire ogni navigatore, sin dal momento in cui si accinge ad usare il sito per effettuare ricerche su yahoo.com, con un messaggio che lo informi sui rischi corsi in caso di prosecuzione della consultazione di tali siti;
3) di proseguire l'istanza al fine di permettere a Yahoo Inc di sottoporre a contraddittorio le misure che intende adottare al fine di porre termine alle turbative ed ai danni subiti, nonché prevenire ogni nuova turbativa.
Vista la nostra ordinanza dell'11 agosto 2000 alla quale è bene riferirsi sia per ciò che concerne i fatti sia per ciò che concerne i mezzi e le pretese delle parti.
Viste le conclusioni sviluppate dalla LICRA, dall'UEJF, dall'MRAP, reiterate al momento dell'udienza del 6 novembre 2000 e tendenti ai fini già esposti nella nostra precedente ordinanza.
Viste le conclusioni sviluppate in difesa sia da parte di Yahoo France che da parte di Yahoo Inc. e tendenti alle finalità esposte nella nostra precedente ordinanza.
Visto il rapporto dei consulenti Wallon - Vinton Cerf - Laurie.
Viste le deliberazioni alle quali si fa espresso rinvio.
Dopo aver sentito il Sig. Procuratore della Repubblica nelle sue conclusioni orali.
Vista la documentazione prodotta.
Dopo aver ricevuto il giuramento del Sig. Vinton Cerf, esperto non iscritto all'albo, e del Sig. Norek, esperto iscritto ma che interviene nella circostanza come interprete di lingua inglese a latere della Sig.ra Kinder, esperto iscritto all'albo per questa specializzazione.

Sulle richieste dirette contro Yahoo Inc.
Atteso che per la Società Yahoo Inc.:
- la nostra giurisdizione non è competente per conoscere del litigio;
- non esiste alcun mezzo tecnico in grado di soddisfare i termini dell'ordinanza del 22 maggio 2000;
- ammesso che tali mezzi esistano, la loro messa in opera comporterebbe un sovraccosto per l'impresa, potrebbe anche metterla in pericolo e comprometterebbe, in un certo senso, l'esistenza stessa della rete Internet, spazio di libertà, poco ricettivo ai tentativi di controllo e di restrizione di accesso.
Atteso che a sostegno della sua eccezione di incompetenza, reiterata per la terza volta, la società Yahoo rileva che:
- i suoi servizi si indirizzano essenzialmente a navigatori situati sul territorio degli Stati Uniti d'America;
- i suoi server sono installati sullo stesso territorio;
- nei suoi confronti non potrebbero essere applicate negli Stati Uniti misure coercitive poiché in contraddizione con il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce a qualsiasi cittadino la libertà di opinione e di espressione.
Atteso che se è vero che il sito "Yahoo Auctions" in generale, si rivolge principalmente a navigatori localizzati negli Stati Uniti, considerate specificamente la natura degli oggetti messi in vendita, le modalità di pagamento previste, le condizioni di consegna, la lingua e la divisa utilizzata, non è da escludersi che le aste di oggetti che rappresentano simboli dell'ideologia nazista possano interessare e siano accessibili a chiunque, compresi i Francesi.
Che, d'altra parte, e come già giudicato, la semplice visualizzazione in Francia di tali oggetti costituisce una violazione all'articolo R. 645-1 del codice penale e quindi una turbativa all'ordine pubblico interno.
Che inoltre, tale visualizzazione causa evidentemente in Francia un danno alle associazioni ricorrenti, legittimate a perseguirne la cessazione e la localizzazione.
Atteso, infine, che Yahoo sa di rivolgersi a dei Francesi poiché nel corso di una connessione al suo sito di aste, effettuata a partire da una postazione situata in Francia, risponde con l'invio di strisce pubblicitarie redatte in lingua francese.
Che, anche il link di connessione con la Francia è sufficientemente definito nella fattispecie, tanto da rendere la nostra giurisdizione perfettamente competente per avere conoscenza della richiesta.
Che le eventuali difficoltà di esecuzione della nostra decisione sul territorio degli Stati Uniti, invocate da Yahoo Inc., non possono costituire da sole l'unica eccezione d'incompetenza.
Che questa sarà dunque rigettata.
Attese le modalità sviluppate da Yahoo e rilevata l'impossibilità di mettere in opera mezzi tecnici in grado di soddisfare i termini dell'ordinanza del 22 maggio 2000, occorre citare in primo luogo le conclusioni del collegio dei consulenti che figurano da pagina 62 a pagina 76 della relazione.


"Parere dei consulenti"

Preambolo
I consulenti sottoscritti, tengono a sottolineare che il loro mandato si limita a rispondere alle questioni tecniche poste dal Tribunale. In nessun caso le loro risposte devono essere interpretate come una garanzia, tecnica o morale, delle decisioni del Tribunale ovvero, a contrario, come una critica a queste ultime.

Il contesto
Le Società Yahoo! France e Yahoo! Inc. sono state condannate il 22 maggio 2000 dal Tribunale di Parigi nei termini seguenti:
"Ordiniamo alla Società Yahoo! Inc. di prendere ogni misura idonea a dissuadere e rendere impossibile su Yahoo.com qualsiasi consultazione del servizio di vendite all'asta di oggetti nazisti e di qualsiasi altro sito o servizio che costituiscano apologia di nazismo o contestazione dei crimini nazisti."
"Ordiniamo alla Società Yahoo! France di avvertire ogni navigatore che consulta Yahoo.fr, sin dal momento in cui si accinge a far uso del link che gli consente di proseguire le ricerche su Yahoo.com, che, se il risultato della sua ricerca, sia a partire da una struttura di web-directory che da parole chiave, lo induce a puntare su siti, pagine o forum il cui titolo e/o i cui contenuti costituiscono un reato per la legge francese, così come la consultazione di siti riconducibili all'apologia di nazismo e/o che esibiscono uniformi, insegne, emblemi che ricordano quelli portati o esibiti dai nazisti, o che offrono la vendita di oggetti e opere la cui vendita è strettamente vietata in Francia, deve interrompere la consultazione del sito interessato, salvo incorrere nelle sanzioni previste dalla legislazione francese o rispondere delle iniziative giudiziarie promosse nei suoi confronti".
La Società Yahoo! France ha detto di aver eseguito tale decisione. La Società Yahoo! Inc. ha sottolineato che non esistono soluzioni tecniche che consentano di rispettare integralmente la decisione del Tribunale.
È stato allora designato un collegio di esperti per chiarire al Tribunale le diverse soluzioni tecniche che possono essere adottate da Yahoo!Inc. al fine di dare esecuzione alla decisione del 22 maggio.

Internet
Internet è una combinazione di molte centinaia di milioni di reti informatiche e di siti associati che sono interconnessi nel mondo. I router sono dei computer predisposti per l'interconnessione di queste reti. Si ritiene che siano cento milioni i computer che utilizzano Internet e la cifra sale a tre volte di più se si considerano i computer portatili, i computer degli uffici, i palmari, i telefoni mobili, etc..
Dal 1973 al 1980, sono state definite specifiche procedure sotto il controllo dei laboratori di ricerca dell'Esercito americano (DARPA). Queste procedure, conosciute sotto il nome di TCP/IP, sono il fulcro di molte centinaia di protocolli utilizzati da Internet.
Alla fine degli anni 1980, il CERN ha concepito il Web (www) che sfrutta procedure complementari, i protocolli http ed il linguaggio htlm, per organizzare tale sistema globale di condivisione delle informazioni.
Le applicazioni più correnti comprendono la posta elettronica (e-mail), i forum (newsgroup), i servizi di dialogo (chat), i servizi di vendite all'asta, la telefonia, il video e l'audio in linea e molti altri servizi.
Un errore diffuso consiste nel dire che tutti i servizi Internet sono assicurati dal web. In realtà, il web è soltanto una delle potenzialità di Internet.
Internet, che ha preso avvio come progetto sperimentale utilizzato e sviluppato da ricercatori informatici, è divenuto in dieci anni un'impresa commerciale mondiale. Gli Internet Service Provider (ISP) hanno costruito e sfruttato reti aperte al pubblico. Le reti private delle università, delle imprese ed anche i computer domestici sono interconnessi da Internet Service Provider attraverso una rete globale. Alcuni fornitori si sono specializzati nella fornitura di accesso ai fruitori della rete telefonica commutata. Altri si sono specializzati nella fornitura di accesso ai fruitori della televisione via cavo, ai fruitori di linee (ISDN), ai fruitori di servizi di ADSL, accessi locali, etc.. Questi fornitori sono chiamati generalmente Internet Provider. Offrono indifferentemente portali, posta elettronica, informazioni, etc..
Ciascuna unità connessa ad Internet deve avere un indirizzo IP. All'inizio, alcuni organismi avevano ottenuto un insieme di indirizzi MANA. Questi insiemi erano divisi in sotto insiemi assegnati ai loro clienti. Tali indirizzi potevano essere fissati per le unità connesse in permanenza o temporanee, per i fruitori della rete telefonica commutata o per le unità mobili (computer portatili). Questi indirizzi sono composti da 32 bit strutturati in due parti: la parte rete e la parte individuale. I limiti tra queste due parti sono variabili a seconda della classe d'indirizzo. I telefoni WAP non dispongono ciascuno di un indirizzo IP. Il protocollo WAP utilizza una gateway per convertire l'indirizzo WAP in indirizzo IP e viceversa.
Gli indirizzi IP sono rappresentati da quattro serie di byte convertiti in numeri decimali che vanno da 0 a 255.
Questa rappresentazione non è molto agevole e si è messo a punto un sistema che consenta di associare un nome ad un indirizzo. Questi nomi, a ciascuno dei quali corrisponde un indirizzo, sono chiamati domini. La conversione di un dominio in un indirizzo numerico IP risulta da un insieme di data base ripartiti su Internet (DNS). Questi server DNS procedono per ramificazione e sono specializzati a seconda della natura dei servizi proposti (.com, .org, .edu, .gov, etc.) e a seconda dei paesi (.fr, .uk, .sf, etc.).
Bisogna tuttavia sottolineare che non esistono regole di corrispondenza tra il paese che figura nel dominio e l'indirizzo numerico IP. Per esempio, www.yahoo.fr non corrisponde ad un indirizzo IP di una rete francese.
Pertanto, l'estensione del dominio non permette di determinare a quale rete appartenga l'indirizzo IP numerico.
Di contro, l'assegnazione, assicurata in origine da MANA poi da ICANN, degli indirizzi IP concessi ad Internet Service Provider (ISP) segue una ramificazione che va, per esempio, dalla rete principale, alla sotto rete, al provider e poi al fruitore locale.
Si può risalire da un indirizzo IP determinato al provider, alla sotto rete e alla rete principale.
Quindi, alcune organizzazioni ed alcuni provider mantengono dei data base che consentono di risalire alle coordinate di una rete, di una sotto rete, di un router o di un sito a partire dal suo indirizzo IP.
Il sistema DNS offre ai provider, ai siti, etc. la possibilità di registrare con le loro coordinate la loro localizzazione geografica sotto forma di latitudine e longitudine. Non si tratta di un obbligo.
La gestione delle localizzazioni geografiche dei titolari di indirizzo IP è tuttavia di grande interesse, non soltanto per individuare la pubblicità adeguata ma anche per assicurare uno sviluppo armonioso del sistema.
Molti provider dispongono di tecnologie e di data base che consentono di localizzare geograficamente tali indirizzi fissi o anche assegnati dinamicamente. Molti di essi si sono espressi nei confronti del collegio per sostenere che disponevano di mezzi tecnici in grado di permettere a Yahoo! di dare esecuzione ai gravami stabiliti dal Tribunale.

La problematica
Per rispettare i termini della decisione che la condannano e vietare l'accesso alle aste di oggetti nazisti, Yahoo! deve:
1) conoscere l'origine geografica e la nazionalità dei navigatori che desiderano accedere al suo sito di vendita all'asta;
2) impedire ai navigatori francesi o connessi dal territorio francese, di prendere conoscenza della descrizione degli oggetti nazisti messi all'asta e, a fortiori, di fare offerte d'asta.

Sull'origine geografica e della nazionalità
Il caso generale
L'interrogazione di un sito Web da parte del pubblico consiste nel mettere in relazione la postazione di lavoro del fruitore (micro-computer o altro) con un sito destinatario.
Questa operazione passa attraverso l'intervento di diverse categorie di intermediari: i provider, i router, uno o più siti destinatari.
È il caso di ricordare a questo punto che la postazione di lavoro del fruitore, il provider, i router e i siti destinatari sono identificati sulla rete per mezzo di un indirizzo conforme al protocollo Internet (IP).
Gli indirizzi IP dei siti dei provider, dei router e dei siti destinatari sono fissi, nel senso che c'è un legame biunivoco permanente tra l'indirizzo IP ed il suo detentore, questo invece non avviene per l'indirizzo assegnato alla postazione di lavoro del fruitore. Quest'ultimo indirizzo è assegnato dinamicamente, in modo non permanente, da parte del provider al momento della connessione.
I provider, però, possono assegnare solo indirizzi IP che sono stati loro destinati dalle autorità della rete. Questi indirizzi rispettano una struttura di web-directory come già descritto supra. Il micro-computer di un navigatore riceve un indirizzo IP attribuito ad un provider che appartiene ad una sotto-rete, la quale appartiene ad una rete.
Il collegio dei consulenti ha interrogato l'AFA, associazione dei provider e dei servizi Internet, per conoscere la percentuale delle connessioni Internet realizzate da provider che non assegnano indirizzi IP identificabili come francesi.
La risposta è di 20,57% al 30 settembre 2000.
Il collegio ha anche chiesto all'AFA in quale misura i suoi associati fossero rappresentativi dei provider operanti sul territorio francese.
La risposta, secondo lo studio Médiamétrie del marzo 2000, è che "l'87% dei navigatori, connettendosi dal proprio domicilio, utilizzano un provider membro dell'AFA".
Si può aggiungere che per ragioni connesse ai costi telefonici, i navigatori francesi utilizzano principalmente servizi offerti da provider presenti nel loro paese.
Si può quindi ritenere che quasi il 70% degli indirizzi IP assegnati a navigatori francesi possano essere associati con certezza al domicilio francese del provider ed essere filtrati.
D'altra parte è questa realtà che consente a Yahoo Inc di inserire strisce pubblicitarie franco-francesi sul sito delle vendite all'asta.
L'allegato B della relazione mostra le sequenze della connessione di un navigatore fino al sito di destinazione attraverso il provider Club-Internet (Grolier), utilizzando le funzioni PING e WHOIS di Internet.
Le eccezioni
Esistono numerose eccezioni.
Un gran numero di esse, circa il 20%, attengono al carattere multinazionale del provider o al fatto che esso si avvale dei servizi di un ISP internazionale o di una rete privata di comunicazione.
Il caso d'AOL è, al riguardo, significativo. AOL utilizza servizi della rete UUNET. Gli indirizzi IP dinamici assegnati da AOL appaiono come localizzati in Virginia dove si trova la sede sociale di UUNET.
Pertanto, le postazioni di lavoro degli utilizzatori che risiedono sul territorio francese appaiono sul sistema come se non fossero situati sul territorio francese.
Lo stesso dicasi per molte reti private delle grandi imprese (intranet) i cui indirizzi reali vengono "incapsulati" e trasportati in modo tale che l'indirizzo conosciuto dal sito Internet sia quello rilevato all'uscita del tunnel.
Altre eccezioni attengono al desiderio di alcuni fruitori di dissimulare il loro reale indirizzo sulla rete. In tal modo si sono sviluppati siti di "anonimizzazione" il cui obiettivo è quello di sostituire l'indirizzo IP reale di un fruitore ad un altro indirizzo. Non è possibile in questo caso conoscere la localizzazione geografica del cliente del provider poiché il suo indirizzo non può essere conosciuto. La sola localizzazione conosciuta potrebbe essere quella del sito di "anonimizzazione", ma questo non rileva nel caso di specie.
Esame delle soluzioni proposte dai fornitori specializzati
Tutte le soluzioni proposte poggiano sull'elaborazione delle informazioni geografiche dei siti che dispongono di uno o più indirizzi permanenti. Tali basi sono costituite, in parte da informazioni ottenute dai server DNS, in parte da informazioni raccolte dai fornitori stessi.
Infosplit
I consulenti hanno potuto constatare che Infosplit non è in grado di localizzare geograficamente i fruitori d'AOL France il cui server è situato negli Stati Uniti, per le ragioni sopra specificate.
NetGeo
Basandosi su principi simili a quelli di Infosplit, anche questo sistema non consente di localizzare i navigatori che utilizzano una rete per la quale il provider assegna indirizzi IP dinamici, non corrispondenti quindi alla localizzazione geografica reale del fruitore.
Cyber Locator
Questa soluzione intende sfruttare i dati geografici ottenuti partendo dal sistema di localizzazione satellitare (GPS).
Tale soluzione è completamente inidonea al caso di specie in quanto sono rari i navigatori che dispongono di una periferica GPS connessa alla postazione di lavoro.
Autodichiarazione della nazionalità del navigatore
Poiché, secondo le eccezioni sopra esposte, nessuna tecnica di "filtraggio" consente di reperire l'insieme dei navigatori francesi o connessi partendo dal territorio francese, il collegio dei consulenti ha esaminato l'opportunità di fare sottoscrivere una dichiarazione, sull'onore, della nazionalità del navigatore.
Questa dichiarazione potrebbe essere sottoscritta sin dal momento della prima connessione, da parte del navigatore, al sito controverso, nella fattispecie il sito delle vendite all'asta di Yahoo, il cui indirizzo IP sarebbe riconducibile al regime eccezionale sopra esposto.
Un messaggio (cookie) registrato sulla postazione di lavoro del navigatore potrebbe evitargli di ripetere la dichiarazione al momento di ciascuna nuova connessione.
La gestione da parte di Yahoo Inc. della nazionalità
Si tratta del secondo punto della problematica. Cosa fare una volta conosciuta la nazionalità o la localizzazione della postazione di lavoro?
Le misure da adottare dipendono dal caso di specie. Non possono essere generalizzate a tutti i siti ed i servizi della rete.
Nella fattispecie, il sito da prendere in considerazione è "pages.auctions.yahoo.com". Viene ospitato da GeoCities IP, indirizzo 216.115.104.70, localizzazione 37°,352 di latitudine nord, 121°,958 di longitudine ovest, rete GeoCities registrata da Yahoo, 3400 Central Expressway, suite 201, Santa Clara, CA 95051.
Si tratta di un sito di vendite all'asta di oggetti diversi e non rivolta esclusivamente ad oggetti nazisti. La caratteristica di questo tipo di siti è di consentire al navigatore di trovare facilmente gli oggetti che cerca.
Sembra che per rispettare i termini della decisione del 22 maggio 2000, Yahoo non debba consentire ai navigatori di nazionalità francese o che si connettono dal territorio francese di accedere a tali oggetti.
Se, a conclusione di una ricerca operata a seguito di una richiesta di un navigatore francese, uno o più oggetti nazisti, descritti come nazisti dal proprietario, sono stati selezionati dal motore di ricerca, essi devono essere occultati al navigatore ed esclusi dal risultato della ricerca.
Ma, evidentemente, non è possibile per Yahoo escludere a priori oggetti che non sono stati descritti dal proprietario come di origine o di epoca nazista, ovvero le cui caratteristiche non sono state portate a conoscenza di Yahoo.
Le verifiche operate dal collegio dei consulenti hanno confermato che numerosi oggetti nazisti venivano presentati come tali dai proprietari.
È possibile anche una soluzione più radicale. Sarebbe sufficiente che il motore di ricerca non eseguisse le richieste che contengano il termine "nazista", trasmesse nell'url proveniente da un navigatore riconosciuto come francese o dichiaratosi tale.

La richiesta rivolta contro Yahoo Inc.
"Descrivere le informazioni diffuse dalla rete consentendo di determinare l'origine geografica delle richieste".
Il protocollo Internet (IP) associa l'indirizzo IP dell'emittente a quello del destinatario in ciascun pacchetto di informazioni trasmesso. Il destinatario è così in grado di conoscere l'indirizzo IP dell'emittente. Esistono tre classi di indirizzi IP (A, B e C) la cui descrizione figura in allegato P.
La prima parte di questo indirizzo consente di identificare la rete e la sotto rete alla quale appartiene il provider dell'emittente. Queste reti possono essere nazionali o multinazionali.
Secondo l'associazione francese dei provider (AFA), si può ritenere che l'80% degli indirizzi assegnati dinamicamente dai membri di questa associazione è identificabile come francese. A contrario, il 20% non lo è.
Tra le informazioni diffuse dalla rete, solo gli indirizzi IP delle emittenti consentono di determinare l'origine geografica delle richieste. L'80% degli indirizzi assegnati dinamicamente dai provider membri dell'AFA può essere identificato come francese.
Ma conviene precisare che l'origine geografica menzionata è quella del sito del provider chiamato dal navigatore. Niente impedisce ad un fruitore di chiamare dalla Francia, per telefono, un provider il cui numero telefonico è straniero. In questo caso, l'indirizzo IP assegnato dinamicamente avrà l'opportunità di essere identificato come straniero. È allo stesso modo possibile per uno straniero chiamare un provider situato in Francia, vedendosi così assegnare un indirizzo IP francese.
Tuttavia, è possibile ritenere, allo stato, che più del 70% degli indirizzi IP dei navigatori residenti sul territorio francese possa essere identificato come francese.
I consulenti sottolineano che non vi è nulla che consenta di dire che lo stesso accadrà anche per l'avvenire. L'incapsulazione si sviluppa, i Service Provider ed i provider s'internazionalizzano ed i navigatori cercano sempre di più di proteggere la loro vita privata.
"Dire se altre informazioni, provenienti soprattutto da operatori telefonici e da operatori via cavo, potrebbero essere elaborate sia dai provider che dai ricevitori dei siti destinatari per determinare l'origine delle chiamate e, in tale ipotesi, descriverle".
Si tratta di informazioni trasportate da operatori di telecomunicazioni e di operatori via cavo, ma non trasmesse sulla rete. Di conseguenza, i siti destinatari non possono conoscerle.
Gli operatori delle telecomunicazioni francesi trasmettono sistematicamente il numero di telefono del richiedente al terminale del chiamato. Questa informazione non è elaborata in tempo reale dal provider. Viene conservata temporaneamente in uno schedario per consentire ulteriori ricerche. È così possibile conoscere, a posteriori, dopo un'analisi storica delle connessioni, quale possa essere, in un preciso momento, il numero del chiamante al quale risulta assegnato questo o quell'indirizzo IP e viceversa.
Gli operatori via cavo possono allo stesso modo, su richiesta, ma a posteriori, accostare un indirizzo IP, che essi hanno assegnato in un dato momento, al sito locale del loro cliente.
"Descrivere le procedure di "filtraggio" che possono essere realizzate da parte della società Yahoo per vietare l'accesso ai navigatori che operano a partire dal territorio francese a delle rubriche che potrebbero essere ritenute illecite dall'autorità giudiziaria francese.
Nell'ipotesi in cui nessuna soluzione tecnica possa garantire un "filtraggio" al 100%, fornire tutti gli elementi tecnici e di fatto che consentano di rilevare l'estensione del "filtraggio" ottenibile da ciascuna procedura descritta dai consulenti.
Più in generale, fornire tutti gli elementi tecnici e di fatto che consentano al Tribunale di far rispettare le restrizioni di accesso ordinati nei confronti di Yahoo Inc.".
I consulenti ritengono che per essere efficace una soluzione tecnica è necessario che sia adeguata al caso di specie. Le società Yahoo! offrono numerosi servizi (allegato G) sulla rete, che vanno dalle pagine personali ("GeoCities") all'astrologia ("Yahoo astrology"), passando dalla finanza, etc..
La maggior parte di questi siti non sembra interessata a tale diatriba.
Le decisioni del Tribunale e le richieste descrivono con precisione solo il sito di vendita all'asta ("Yahoo auctions"). Non è stata formulata, nei confronti degli altri siti e servizi di Yahoo!, nessuna rimostranza con sufficiente precisione per consentire ai consulenti di proporre soluzioni tecniche adeguate ed operative.
I consulenti, allo stato, limiteranno, conseguentemente, le proprie risposte al caso del sito di vendita all'asta ("Yahoo auctions").
Scarteranno allo stesso modo l'esame delle altre misure tecniche in grado di essere imposte a terzi, non parti nell'istanza. Né il caso dei server Proxy, né il "parametraggio" dei navigatori rilevano nel contesto della consulenza conferita dal Tribunale.

Risposta dei consulenti Laurie e Wallon
Tali consulenti rilevano, allo stato attuale dello sviluppo di Internet, che:
1) le cifre fornite dall'AFA, confrontate con la loro esperienza personale, consentono agli stessi di stimare in circa il 70% gli indirizzi IP dei francesi o residenti sul territorio francese in grado di essere correttamente identificati dai fornitori specializzati, come Infosplit, GeoNet o altri, a partire da dati base specialistici.
2) Yahoo! procede all'affissione di strisce pubblicitarie mirate nei confronti dei navigatori che questa società considera come francesi, e quindi dispone di mezzi tecnici che le consentono di individuarli.
3) Circa il 30% degli indirizzi IP assegnati a francesi non possono essere identificati correttamene con le tecniche sopra citate.
4) Numerosi siti, concernenti, nella maggior parte dei casi, il campo della difesa nazionale (crittografia), autorizzano l'accesso ad alcune pagine del sito o al telecaricamento di software solo dopo aver ottenuto dal navigatore una dichiarazione di nazionalità.
5) I "cookies" sono di uso corrente e consentono di evitare che alcune informazioni siano ripetute dal navigatore ogni volta che consulta un sito. Colui che intende distruggere i suoi cookies o impedire la loro registrazione sa perfettamente che le consultazioni saranno più lunghe rispetto al sito che li ha trasmessi.
6) Gli oggetti nazisti sono generalmente descritti come tali dai venditori attraverso la menzione "nazista", nella descrizione dell'oggetto, ritenendolo un incentivo di vendita.
Pertanto, tali consulenti ritengono che a complemento dell'identificazione geografica già praticata da Yahoo per individuare la pubblicità più adeguata, converrebbe far sottoscrivere ai navigatori il cui indirizzo IP è incerto, una dichiarazione di nazionalità.
Questa autodichiarazione, non riguarderebbe che i navigatori il cui indirizzo IP non possa essere identificato come riconducibile ad un ISP francese (per esempio: ISP multinazionali come AOL, indirizzo che deriva da un sito di "anonimizzazione" o di "incapsulazione" di un indirizzo assegnato da un server intranet).
Questa dichiarazione potrebbe, a livello di Yahoo, essere sottoscritta sia sulla home page del suo sito di vendita, sia soltanto nel caso di ricerca di oggetti nazisti, se il termine "nazista" figura nella richiesta del fruitore subito prima di attivare la richiesta dal motore di ricerca.
In tali condizioni, i consulenti considerano che non si possa ragionevolmente sostenere che ciò potrebbe avere degli effetti negativi sulle potenzialità ed i tempi di risposta del server che ospita il sito di vendite all'asta di Yahoo!
L'associazione delle due procedure, identificazione geografica dell'indirizzo IP e dichiarazione di nazionalità, consentirebbe, probabilmente, di pervenire ad un tasso di controllo prossimo al 90%.

Risposta del consulente Vinton Cerf
Viene ripresa qui la parte divergente del parere del consulente Vinton Cerf, così come espressa dallo stesso.
Traduzione libera: "È stato suggerito che i navigatori precisino dove si trovano su richiesta dei server web, quali yahoo.fr o yahoo.com.. Ci sono molti inconvenienti a un simile approccio. Uno di questi è rappresentato dal fatto che i navigatori possano mentire deliberatamente. Un altro che ogni navigatore dovrà essere interrogato per conoscere la sua localizzazione geografica poiché il server non ha alcuna possibilità di determinare a priori se il navigatore sia francese ovvero se risieda sul territorio francese.
Alcuni navigatori considerano questo come una violazione della vita privata. Io non sono completamente al corrente delle disposizioni che garantiscono la tutela della vita privata nell'Unione Europea, ma si potrebbe ritenere che chiedere una simile informazione violerebbe il diritto al rispetto della vita privata dei navigatori europei, compresi quelli francesi. Naturalmente, se questa richiesta proviene solo da una decisione di un tribunale francese ci si potrebbe chiedere perché i fruitori del resto del mondo dovrebbero assoggettarvisi. Un'altra critica circa l'idea di chiedere ai fruitori la loro localizzazione è che quella dovrebbe essere ripetuta per ciascun sito web al quale accede il navigatore. Yahoo non può obbligare tutti i siti a fare questa domanda.
Quando un fruitore contatta il sito yahoo.fr o yahoo.com si può immaginare che possa essere posta la richiesta della localizzazione e che un cookie possa essere registrato sul disco del navigatore. Questo cookie verrebbe utilizzato per conoscere la localizzazione ad ogni nuova visita dei siti Yahoo. La difficoltà consiste nel fatto che i cookies sono considerati da molti come una violazione della loro vita privata, cosicché molti navigatori programmano il loro browser per rifiutare i cookies sul proprio disco o addirittura li cancellano dopo ogni accesso ad Internet - in questo caso la richiesta della localizzazione sarà posta di nuovo ogni volta che il navigatore visita un sito controllato da Yahoo. Inoltre, yahoo non ha i mezzi per obbligare un sito che non sia sotto il suo controllo a chiedere la localizzazione o a consultare il cookie. Se si dicesse a qualsiasi sito web di ricercare il cookie inserito nei siti Yahoo, evidentemente si renderebbe più vulnerabile ogni navigatore.
Per questo e per molte altre ragioni, non appare operativo fidarsi della ricerca della localizzazione geografica per imporre il filtraggio così come descritto nella decisione del Tribunale".
Atteso che risulta da dette conclusioni che la localizzazione fisica di un navigatore è possibile facendo capo all'indirizzo IP.
Atteso che Yahoo Inc. tenta di rendere queste conclusioni totalmente inoperanti opponendovi il contenuto di una nota separata di uno dei consulenti, Sig. Vinton Cerf.
Ma atteso, innanzitutto, che all'udienza dibattimentale, destinata, tra l'altro, all'audizione dei consulenti, il sig. Vinton Cerf, ha ammesso la facilità di tale localizzazione geografica nei termini e condizioni della relazione, nonché nelle proposizioni che figurano nella citata relazione, di cui ha approvato il contenuto.
Atteso, inoltre, che la sua nota separata del 5 novembre 2000, di cui Yahoo Inc. fa menzione, non contraddice le conclusioni della relazione: essa si contenta di esporre, da una parte, che sarebbe "scorretto, o comunque di natura tale da indurre in errore", affermare che sarebbe possibile determinare con alta attendibilità la localizzazione fisica di un indirizzo IP, intendendo esprimere con i termini "alta attendibilità", evidentemente, un livello di affidabilità molto superiore a quello considerato nella relazione, che è dell'ordine del 70% e, dall'altra parte, il collegio dei consulenti ha d'altronde ammesso, nella sua interezza, che la risposta fornita sul punto non può ricondursi che al sito di vendite all'asta di oggetti nazisti, non potendosi estrapolare agli altri siti e servizi controllati da Yahoo.
Atteso che conviene rilevare d'altra parte, che Yahoo Inc. pratica già l'identificazione geografica dei navigatori francesi, o che operano a partire dal territorio francese, che visitano il suo sito di vendite all'asta, poiché procede sistematicamente all'affissione di strisce pubblicitarie in lingua francese destinate a tali navigatori, essa ha dunque i mezzi per individuarli; che Yahoo Inc non può sostenere validamente, nel caso di specie, che si tratti della messa a punto di una "tecnologia grossolana", senza alcuna affidabilità, salvo considerare che Yahoo Inc abbia deciso di impiegare denaro in netta perdita o di ingannare gli inserzionisti sulla qualità dei servizi e delle prestazioni che essa si è impegnata ad offrire loro, e ciò non pare verificarsi nel caso di specie.
Atteso che a complemento dell'identificazione geografica, cui si è appena dimostrato che è già stata praticata da Yahoo Inc., la relazione dei consulenti suggerisce di fare sottoscrivere a quei navigatori il cui indirizzo IP è ambiguo (passaggio attraverso un "anonimizzatore" - sito che garantisce l'anonimato - o attribuzione di indirizzo IP da parte di AOL COMPUSERVE non tenendo conto del paese d'origine dell'abbonato) una dichiarazione relativa all'origine geografica del navigatore, che Yahoo Inc. potrebbe esigere sia al momento della consultazione dell'home page, sia in caso di ricerca di oggetti nazisti, se il termine "nazista" figura nella richiesta del fruitore, proprio prima del trattamento della richiesta dal motore di ricerca.
Atteso che i consulenti, che contestano le affermazioni di Yahoo Inc. relative agli effetti negativi di un simile controllo sulle prestazioni ed i tempi di risposta del server che ospita il sito di vendite all'asta, stimano che l'associazione delle due procedure, identificazione geografica e dichiarazione di nazionalità, consentano di pervenire ad un tasso di filtraggio prossimo al 90%.
Atteso che trattandosi dell'ottimizzazione del filtraggio attraverso parole chiave associate, i consulenti hanno espresso il parere, nel corso dell'udienza dibattimentale, che sarebbe forse necessario, per ottimizzare questo filtraggio, selezionare una decina di parole associate agli operatori di ricerca documentaria o di ricerca a catena dei caratteri "ET" "OU" "SAUF".
Atteso che a completamento delle misure suggerite dai consulenti, è possibile aggiungere il controllo da parte di Yahoo del luogo di consegna degli oggetti acquistati all'asta.
Atteso, infatti, che la visita del sito di vendite all'asta di oggetti nazisti non è esclusivamente di consultazione; che il suo scopo è spesso l'acquisizione di oggetti; che, pertanto, se Yahoo non ha avuto la possibilità d'identificare con certezza l'origine geografica del navigatore, in questo caso francese, essa avrà, conoscendo il luogo di consegna, il potere di impedire tale consegna quando questa è prevista in Francia.
Atteso, infine, che a partire dalla versione linguistica del navigatore, Yahoo Inc potrebbe disporre di un'informazione complementare sulla nazionalità del navigatore.
Atteso che essa sostiene tuttavia che l'utilizzazione di questa informazione renderebbe necessario modificare il software di gestione dei suoi siti ed aumentare notevolmente le risorse materiali associate.
Che essa aggiunge che il filtraggio dell'insieme delle informazioni a livello di server web potrebbe essere preso in considerazione solo se fosse possibile assicurare l'interdizione ai soli navigatori francesi, salvo privare gli altri navigatori del mondo delle informazioni pubblicate sui propri siti, ipotesi questa che non può essere presa in considerazione.
Ma atteso, innanzi tutto, che è stato dimostrato sopra che essa dispone di mezzi tecnici operativi di filtraggio.
Atteso, inoltre, che essa non dimostra, con l'aiuto di uno studio previsionale convincente, che gli adattamenti tecnici resi necessari per il controllo dell'accesso alle vendite all'asta di oggetti nazisti induca ad un aumento notevole delle risorse materiali associate.
Atteso che, ad ogni modo, la società Yahoo! Inc. si è offerta di cooperare con i ricorrenti; e anche, che essa dà atto di essere disposta a predisporre un sistema di sorveglianza con l'aiuto dei ricorrenti - di cui essa sostiene di aver sempre rispettato la battaglia - affinché quando un sito offensivo nei loro confronti venga segnalato da questi ultimi e a condizione che sia manifestamente destinato a fruitori francesi, essa possa sopprimerne il sito.
Che per provare la sua buona fede, essa dimostra di aver soppresso il sito del Protocollo dei Saggi di Sion, ritenendo sufficiente il collegamento tra questo documento e la Francia in ragione della lingua dell'opera.
Atteso che con un po' di buona volontà, la Società Yahoo! Inc. potrà convincersi sull'opportunità di estendere tale collegamento alle fotografie e alle descrizioni di oggetti che rappresentano simboli del nazismo.
Atteso che secondo le informazioni che figurano nella relazione dei consulenti su iniziativa dei ricorrenti e che non sono state seriamente contestate, la società Yahoo rifiuta da adesso sul suo servizio d'asta la vendita di organi umani, di droga, di opere ed oggetti riconducibili alla pedofilia, di sigarette e di animali viventi, vendite tutte che esclude d'ufficio e a giusto titolo, in osservanza del primo emendamento della Costituzione americana, che garantisce la libertà di opinione e di espressione.
Atteso che costerebbe certamente poco estendere il divieto ai simboli del nazismo e considerato che una simile iniziativa avrebbe il merito di soddisfare un'esigenza etica e morale, condivisibile da tutte le società democratiche.
Atteso che la combinazione dei mezzi tecnici messi a disposizione e delle iniziative che essa è in grado di prendere in nome della semplice morale pubblica offrono, di conseguenza, la possibilità di soddisfare le ingiunzioni contenute nell'ordinanza del 22 maggio 2000, trattandosi di filtraggio dell'accesso al servizio di vendite all'asta di oggetti nazisti, nonché del servizio relativo all'opera "Mein Kampf", compreso nel dispositivo dell'ordinanza sopra citata sotto la menzione "e di qualsiasi altro sito o servizio che costituisca apologia del nazismo".
Atteso che un termine di tre mesi sarà nondimeno concesso per deferire questa decisione.
Atteso che, al di là della scadenza di tale termine, essa sarà debitrice di una penale di 100.000 franchi per ogni giorno di ritardo fino alla perfetta esecuzione.

Sulla richiesta diretta contro Yahoo France
Atteso che la relazione dei consulenti precisa e suggerisce di:
"Verificare se Yahoo France ha soddisfatto puntualmente i termini della nostra ingiunzione contenuta sull'ordinanza del 22 maggio 2000".
L'ordinanza del 22 maggio 2000 precisa al riguardo:
"Ordiniamo alla Società Yahoo! France di avvertire ogni navigatore che consulta Yahoo.fr, sin dal momento in cui si accinge a far uso del link che gli consente di proseguire le ricerche su Yahoo.com, che, se il risultato della sua ricerca, sia a partire da una struttura di web-directory che da parole chiave, lo induce a puntare su siti, pagine o forum il cui titolo e/o i cui contenuti costituiscono un reato per la legge francese, così come la consultazione di siti riconducibili all'apologia di nazismo e/o che esibiscono uniformi, insegne, emblemi che ricordano quelli portati o esibiti dai nazisti, o che offrono la vendita di oggetti e opere la cui vendita è strettamente vietata in Francia, deve interrompere la consultazione del sito interessato, salvo incorrere nelle sanzioni previste dalla legislazione francese o rispondere delle iniziative giudiziarie promosse nei suoi confronti".
Per eseguire i termini di questa ordinanza, Yahoo! France ha:
1) modificato e completato le condizioni per l'accesso cliccando sul link "tutto ciò che si deve sapere su Yahoo!" che figura in basso su ciascuna pagina del sito. È stato aggiunto il seguente paragrafo: "Infine, se nell'ambito di una ricerca condotta su: www.yahoo.fr/ a partire da una struttura di web-directory o da parole chiave, il risultato vi induce a puntare su siti, pagine o forum il cui titolo e/o i cui contenuti costituiscono un reato per la legge francese, tenuto conto naturalmente del fatto che Yahoo! France non saprebbe controllare il contenuto di questi siti e fonti esterne (ivi compresi i contenuti indicati sugli altri siti e servizi di Yahoo! nel mondo), dovete interrompere la vostra consultazione del sito interessato, salvo incorrere nelle sanzioni previste dalla legislazione francese, ovvero rispondere delle iniziative giudiziarie promosse nei vostri confronti".
2) Predisposizione, nel caso di ricerca per web-directory (categorie), di un avviso così redatto. "Avviso: proseguendo la vostra ricerca su Yahoo!US potete essere indotti a consultare siti revisionisti il cui contenuto costituisce reato per la legge francese e la cui consultazione, in caso di prosecuzione, è passibile di sanzioni".
È stato constatato che le condizioni per utilizzare Yahoo! non erano sistematicamente inserite al momento della prima connessione a questo sito e, inoltre, il link "tutto ciò che si deve sapere su Yahoo!" non indicava necessariamente l'accesso alle condizioni generali di utilizzazione.
Di contro, l'avviso era sistematicamente attivato nell'ambito di una ricerca per categorie (ad es. olocausto).
È possibile tecnicamente per Yahoo!France obbligare all'inserimento delle condizioni di utilizzazione anche oltre alla prima connessione al suo sito di un fruitore.
Yahoo! potrebbe egualmente, a completamento o in luogo della misura precedente, apportare l'inserimento sistematico dell'avvisio citato in punto 2) sin dal momento in cui è attivato il link per Yahoo.com.
Ma su quest'ultimo punto, Yahoo! ha sottolineato che non erano questi i termini dell'ordinanza. A questo punto, spetterà al Tribunale interpretare la decisione. Contrariamente a quanto sostiene Yahoo! "avvertire ogni navigatore che consulta yahoo.fr sin dal momento in cui si accinge a far uso del link..." può significare che l'avviso debba essere inserito ogni volta che il link viene attivato.
Atteso che Yahoo France sostiene di aver perfettamente eseguito i termini della nostra ordinanza del 22 maggio 2000, modificando il link individuato dai ricorrenti, inserendo l'avviso menzionato nell'ordinanza su vari link, ricordando ai navigatori le modalità per l'utilizzo del servizio, accessibili ai fruitori sin dal momento della connessione a yahoo.fr e che, dal 3 novembre 2000, sono consultabili su tutte le pagine di yahoo.fr, modificando le modalità generali di utilizzo del servizio, con l'integrazione di un messaggio che oltrepassa addirittura le prescrizioni dell'ordinanza del 22 maggio 2000, nei termini del nuovo articolo 6.2.
Atteso che le iniziative di Yahoo! France sono tecnicamente in grado di soddisfare in larga parte i termini della nostra ordinanza del 22 maggio 2000, con la riserva, tuttavia, che l'avviso venga visualizzato ogni volta che il link è attivato, ossia "sin dal momento che il navigatore si accinge a far uso del link".

Sulle altre richieste formulate nei confronti di Yahoo! France
Atteso che non esistono precedenti riferimenti trattandosi di richieste della LICRA, dell'UEJF e del MRAP che vorrebbero, dietro corresponsione di penale, fosse ordinato a Yahoo!France di sopprimere qualsiasi link che unisce il sito yahoo.fr ai siti che appartengono direttamente o indirettamente a Yahoo! Inc. sino quando Yahoo! Inc. non abbia adempiuto ai suoi obblighi, avuto anche riguardo all'esistenza di una seria contestazione delle richieste da parte di Yahoo! France, contestazioni esclusivamente di nostra competenza

PER QUESTI MOTIVI

Stabilendo pubblicamente in prima istanza, per decisione in contraddittorio,
- Rigettiamo l'eccezione di incompetenza reiterata da parte di Yahoo! Inc..
- Ordiniamo a Yahoo! Inc. di soddisfare, entro tre mesi dalla notificazione della presente decisione, alle ingiunzioni contenute nella nostra ordinanza del 22 maggio 2000, dietro penale di 100.000 franchi per ciascun giorno di ritardo a cominciare dal 1° giorno seguente alla scadenza del termine di tre mesi.
- Incarichiamo per le spese avanzate da Yahoo Inc.:
M. Wallon
19, rue D. 75016 Parigi
Telefono: 01.47.55.XX.XX
Fax: 01.47.55.XX.XX
con il compito di redigere una relazione di consultazione sulle modalità di esecuzione dei termini dell'ordinanza sopra citata.
- Fissiamo in 10.000 franchi la provvigione relativa alle spese di consultazione che dovrà essere consegnata dalla società Yahoo Inc. direttamente ai consulenti entro un mese dalla presente decisione.
- Ricordiamo che in mancanza di consegna della provvigione nei termini stabiliti, si procederà per direttissima.
- Diamo atto a Yahoo Inc. della sua decisione di eliminare il sito del Protocollo dei Saggi di Sion.
- Constatiamo che Yahoo! France ha adempiuto in larga parte allo spirito ed alla lettera dell'ordinanza del 22 maggio 2000, contenente ingiunzione nei suoi confronti.
- Gli ordiniamo, tuttavia, di far inserire l'avviso ai navigatori sin dal momento in cui si accingono a far uso del link yahoo.com, entro due mesi dalla notificazione della presente decisione.
- Condanniamo Yahoo Inc. a pagare a ciascun richiedente la somma di 10.000 franchi, secondo quanto previsto dall'art. 700 del nuovo codice di procedura civile.
- Riteniamo che non sia il caso di applicare le disposizioni sopra citate nei confronti di Yahoo! France.
Facciamo riserva di liquidare l'eventuale penale.
- Riteniamo di non prescrivere ulteriori misure né procedere ad ulteriori richieste dirette contro Yahoo! France.
- Rimettiamo le spese a carico di Yahoo Inc., ad eccezione di quelle sorte dalla richiesta diretta contro Yahoo! France, che resteranno provvisoriamente a carico di ciascuna parte.

Il Tribunale : J.-J. Gomez (Primo Vice Presidente), N. Vouriot (Cancelliere)

Avvocati: S. Lilti, M. Levy, C. Pecnard, I. Camus.

In presenza del Procuratore della Repubblica rappresentato da P. Dillange, Primo Sostituto.


(*) Traduzione a cura della Redazione.
Il testo completo della sentenza in lingua francese è reperibile all'indirizzo Internet: "www.legalis.net/jnet"

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